giovedì 4 giugno 2009

Litfiba - 17 RE (1987)


(1987, MP3 | @320 Kbps | 121 Mb)
Link Rapidshare nei commenti

Correva l’anno 1987, usciva “17 Re”, forse il miglior album dei Litfiba.
Quelli veri, quelli con Gianni Maroccolo al basso (che poi in seguito formò quell’incredibile discorso musicale chiamato Consorzio Suonatori Indipendenti). C’era il compianto Ringo De Palma: batterista incredibilmente dotato, a macchiare i pezzi con le sue tastiere Antonio Aiazzi e l’altro C.S.I Francesco Magnelli.

16 sono gli episodi musicali contenuti in questo album di rara bellezza, ed è incredibile confrontare queste canzoni con quelle dell’ultimo periodo dei Litfiba. 66 minuti e 40 secondi di assoluto valore. Un peccato non averlo. Buon Ascolto.


Il brano d’apertura è l’arrabbiatissima
Resta. Renzulli spara riff di chitarra uno dietro l’altro. Aiazzi e Magnelli con le loro tastiere macchiano di colori neri le strofe, De Palma macina con la sua batteria, Pelù canta urlando le parole: “Resta una parte di me / quella più vicina al nulla”.

Re del silenzio è leggermente più melodica, con un giro di basso da leccarsi i baffi.Bellissimo il testo: “Ogni parola non ha più peso dell’aria che si confonde in noi / Non respirare questo momento non età e un vago senso di vuoto ci colora / ti prego lasciami solo”.Oscuro il suono. Le tastiere avvolgono come nebbia.Bello il duetto voce/chitarra nel finale distruttivo.

Cafè; Mexcal e Rosita:la fanno da padrone le tastiere. Che sono a dir poco bislacche, ubriache e storte, come il titolo fa ben intendere.“Sei andata via da me / Ti sento nell’aria / Sei nelle mie mani / queste mie dita / Sono ancora profumate come te”.L’ispirazione chitarristica di Renzulli è davvero grandiosa, così come la batteria preziosissima di Ringo che macina colpo su colpo in maniera meravigliosa.

Vendette è il primo, toccante tuffo al cuore.L’intro di chitarra pulita.La strofa. La danza distorta del basso tra note di tastiera.Nel ritornello, davvero stravagante, Pelù canta in spagnolo. “Sento dentro, sento fuori / che grida la gente, la gente è aria / Vedrò / lo so, 100.000 altre vendette / del Sangre / Ahi! Ahiahiahi! / Ahi, non puede tene el ritmo!”.Di incredibile bellezza il solo di basso che rilancia di nuovo la strofa. Toccante e splendida la parte strumentale prima del secondo ritornello. Serrato e distruttivo il finale dove Ghigo squarcia l’atmosfera con i suoi soli devastanti.

Pierrot e la luna è corrosa da strane melodie di violino. La canzone si muove tra amara dolcezza e improvvise impennate. Da applausi il basso. E gli arrangiamenti di chitarra. “Bianca lebbra di luce/ che m’ attacca nel buio/ La mia pelle si spacca e non si forma più / Bianca squama di cielo/ che mi insegue nel buio/ La mia pelle si spacca e non si forma più”. Stupendo il finale.

Segue Tango. La chitarra è di una straordinaria bellezza. Rimango senza parole a sentire il basso. Il testo è incentrato sui personaggi che si inventano le guerre: “Ora devo partire qualcuno ha deciso per me / non è chiaro se tra noi qualcuno spera ancora nella guerra / Io cercherò di ucciderlo / non lo invidio / vorrei solo ucciderlo / il cielo è fuoco”. Una meraviglia la melodia di testiera nel finale.Un capolavoro. Non si può definire in altro modo.

Come un dio inizia lentamente e procede in un lungo e appassionante percorso fatto di continue sovrapposizioni di chitarra (feedback e note) e voce in costante crescita. Pelù canta nervoso. “Io sono come Dio / e gli uomini li rifarei, come ora / Occhi per non vedere, bocche per non parlare / Meglio così / L’energia corre via, l’energia si trasformerà”.Ottima la batteria di De Palma, da applausi. Uno dei miei pezzi preferiti. Sicuramente un inno dei Litfiba che furono.

Febbre:le tastiere catturano l’attenzione, con una amarissima, stupenda melodia.
Belle le parole, che hanno un’incredibile valenza in questa atmosfera, quasi dark, creata dalle tastiere. Incredibile l’interpretazione, addirittura straziante, di Piero. “No, non posso stare qui / Ferma la mia sete / Bevi la mia, la mia, bevi la mia febbre / Il cuore è solo un muscolo impazzito / Vento, ghiaccio”.

Apapaia è una delle canzoni più conosciute. Il perfetto prototipo di canzone di quei Litfiba. Da segnalare questa parte di testo: “Si può vincere una guerra in due e forse anche da solo / Si può estrarre il cuore anche al più nero assassino / ma è più difficile cambiare una idea / Il mi sogno è un taglio netto a tutto / E voglio che sia più reale / Potrei stare ore ed ore a parlare al silenzio / ma è più difficile cambiare un’idea”.La chitarra è una squarciante arma per la voce. Il basso e la batteria macinano a meraviglia. Le tastiere dipingono deliziose armonie sia sulle strofe dove sono più presenti e sui ritornelli dove il ritmo è più serrato. Brividi, veri.

Univers è la canzone più elettronica del disco, ottimo l’arpeggio di chitarra è sporcato da un po’ di chorus. Stupenda la batteria in controtempo e il basso splendido. Di una meraviglia sconvolgente i ritornelli. Poche le parole ma messe in questo contesto di una dolcezza unica: “Stringi forte la mano con la mia ti porterò lontano / prendi la mia mano e vieni via / ti porterò lontano”.

Sulla terra: Pelù strilla a tratti ed incanta in altri. Micidiale l’arrangiamento di Ghigo sulla strofa. Bellissima, da pelle d’oca la melodia di pianoforte/synth e basso nei ritornelli con la chitarra che suona gli accordi in levare (frequente sentirlo nel reggae e nello ska). Spettacolare il basso comunque in tutta la canzone. Maroccolo ha un modo tutto particolare di suonarlo (con plettro), direi unico. “La saggezza è una pazzia / e impedisce di vedere / ogni uomo spera di comandare / bestie in guerra / sulla Terra, sulla Terra”.

Ballata è la mia canzone preferita. L’atmosfera ricreata è a dir poco meravigliosa.
Il giro di basso ti inebria ogni volta che l’ascolti (l’assolo, uno squarcio di rara bellezza).
Le parole (come poesia), violini, una corrosiva chitarra acustica.Brividi forti. “Sole, silenzio, fiato / Come questa Terra senza profondità / Ti porta dentro il respiro / E ti senti ancora più, sempre più / piccolo! / Venderò l’anima / Colorando il nero dell’orizzonte / Venderò l’anima / Sto morendo, morendo di solitudine / Venderò l’anima / Forse questo è un sogno, forse un mare / Dove perdersi per ritrovare / Le ali del cielo / Ali del cielo! / Venderò l’anima / Ridono di me! / Delle mie ali, ali di cera / Ridono di me! / Delle mie ali, ali di cera”.

Gira nel mio cerchio è un vero è proprio delirio musicale. Bislacche aperture. Synth impazziti si alternano per tutta la canzone. La chitarra è “violentata” nell’assolo e grida stranamente nelle strofe. Un treno in corsa il basso sui ritornelli. Il testo urlato e ubriaco nel finale vorticoso dice: “1 non sei più solo / 2 elevi lo spirito / 3 esploderai / 4-5-6 corre l’energia del vento / 7-8 gira nel mio cerchio”.

Assalti sonori in Cane. La chitarra tutta riff di Renzulli (che sfoggia un’invidiabile tecnica) si trova a meraviglia in questo scenario piuttosto rumoroso e tirato. Come macigni il basso e la batteria. Intelligenti e fantasiose le incursioni sonore delle tastiere. Pelù canta in maniera incazzata, come cane bastonato. Totalmente calato nella parte. “Carezze! / Cuore bestia cuore cane / Lasciatemi nell’angolo da me / Non riesco più a capire / se voglio una carezza o mordere / Mordo i cani come me / e sento di non essere colpevole / Non voglio più il dottore”.

Oro nero è una canzone complessa e poco digeribile soprattutto sulle strofe.Pesante l’arrangiamento di tastiera. Tagliente l’incrocio voce/chitarra, soprattutto sulla seconda strofa. Belle le aperture nei ritornelli, in primo piano la batteria tagliente di Ringo. Entusiasmante il finale. Un botta e risposta canto/tastiere. Chiaro il testo: “Madre danzano i leoni / madre danzano le iene / per l’oro nero”.

Ferito: allucinante la tensione che mette addosso questa traccia. “Grande capo bianco dice che noi siamo forti / Noi siamo pronti per attaccare / Grande capo bianco / vuole carne da cannone / E che sia bello morire insieme”. E bisogna ancora alzarsi in piedi ed applaudire ad un giro di basso vertiginoso. Canzone con aperture di violino e di chitarre al limite della pazzia sugli strumentali. A dir poco epocale il finale. Nel complesso un’altra canzone al limite della perfezione. Pelù interpreta in maniera fantastica il testo.

Tracklist:

1. Resta
2. Re del silenzio
3. Cafè, Mexcal e Rosita
4. Vendetta
5. Pierrot e la luna
6. Tango
7. Come un dio
8. Febbre
9. Apapaia
10. Univers
11. Sulla terra
12. Ballata
13. Gira nel mio cerchio
14. Cane
15. Oro nero
16. Ferito



3 commenti:

  1. http://rapidshare.com/files/10843256/Litfiba_-_17_Re_1.rar

    http://rapidshare.com/files/10847741/Litfiba_-_17_Re_2.rar

    RispondiElimina
  2. non hai idea di quanto lo stessi cercando! grazie!

    RispondiElimina